Mi spiego

Caro XXX

c' era un tempo in cui avevo due mani.
E due occhi, due orecchie, due gambe...solo per me.
Ora niente mi appartiene: qualsiasi cosa io faccia devo essere vigile affinché i bambini non si facciano male, possano essere sazi, riposati, ascoltati...

Ecco, anche ascoltare qualcos'altro che non siano i pianti, le richieste o i loro racconti non è semplice; ció che prima davo per scontato, come poter sentire i miei programmi preferiti alla radio, ora appartiene a un passato quasi dimenticato.
Dico quasi, perché io - pur affetta da una memoria traballante - non ho scordato in quale particolare circostanza le nostre vite si sono incrociate: ascoltando la radio.
Allora, una sera d'estate, ascoltavo musica per consolarmi o per passare il tempo e scrivevo come una dannata per trovare scampo alle mie frustrazioni e per sopportare la tortura che mi pareva allora infinita.
Non è ancora finita del tutto ovviamente, sennó non sarei qui a spiegarti.

Beh, ti diró che di quella particolare circostanza non ho un vero e proprio ricordo, ma una scatola di madelaine proustiane sempre a portata di mano - quella che rimane libera: mi scorrono difronte le immagini del film "Dopo mezzanotte", di una Torino e della sua Mole vista solo piú avanti e mi rimbombano nella testa le canzoni dei Subsonica, anche quelli vissuti solo successivamente.
Anni dopo, a Berlino, scrissi un articolo in tedesco dedicato a quella Torino che conoscevo anche grazie a Culicchia; il mio primo scritto in lingua tedesca convinse l' insegnante a leggere "Tutti giú per terra" - potere delle parole.

Ma l'incrociarsi delle nostre vite non é legato soltanto a questa cittá.
Dici di essere stato piú volte a Venezia, l'isola a forma di pesce, dove incontrare qualcuno che si conosce diventa questione di fondamenta e calli percorse in momenti distinti, parallelamente magari, eppure mai insieme.
Venezia non si conosce mai completamente fosse solo per il suo cambiare colore continuo, perció scelgo ogni volta una calle diversa, pensando di osservare chissá quali volti.
A volte mi sento seguita, non da qualcuno in particolare ma da immagini, ombre, maschere.


Sempre a Venezia ricordo di averti odiato.
Forse é una parola un po' forte...credo di essermi molto arrabbiata, dovendo fotocopiare un mare di fogli che non hanno forse piú ritrovato il lore ordine originale - generalmente leggere una lettera venti o trenta volte va bene, poi peró si mette via e non ci si pensa piú.
Venire a sapere che tutta quella fatica e quel disordine sono stati invano beh...mi fa ancora un po' arrabbiare.
Tanto, dirai tu, siamo sempre su un' isola diversa.

Ora come allora

Wishing well.










Comments

dede leoncedis said…
mi piacerebbe leggere cosa hai scritto su Torino. e poi su Berlino.
e poi su tutto il resto. Ciao, buon Natale
alessia said…
This comment has been removed by the author.
mari said…
grazie Dede,
lo prendo come un complimento...
e a proposito di biscotti, hai qui la Houdini della carta da forno ih ih ih...

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